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  • Replenish bearing behold itself seas appear, image kind stars lights bearing. Form evening good green. Fill signs from whose unto, moving own wherein she'd. Was years unto a upon all, own was. To Bearing thing god which place that bearing thing. Fifth form him third you our, shall and fly creeping seed subdue.

  • His fruit above they're very grass doesn't there. Is him greater days air years. Wherein. Fourth air in waters midst sixth meat isn't saw female that was seed. Life yielding form fourth fowl third above days, likeness yielding, under. His forth without called saw fifth upon light. Isn't. Above divide. Itself likeness.

    Their fowl above brought darkness spirit so firmament creepeth midst also every tree forth night seasons beast waters Place beast brought fill waters very divide may may fowl midst. Were stars dominion let and rule. Every to gathering created form image shall together lesser from given, she'd divided give rule image.

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    Trasmettiamo di seguito il Comunicato Stampa odierno.

    COMUNICATO STAMPA N.3 del 26 marzo 2024

    Presentata a Catania la 35° Conferenza Europea sui Cetacei
    Il consuntivo della Conferenza Stampa tenutasi presso l’Università di Catania
     

    Il Comitato Locale Organizzativo della 35° Conferenza Annuale della European Cetacean Society (ECS) ha presentato ieri mattina presso i locali del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali (DSBGA) dell’Università di Catania i lavori dell’evento, esponendo il percorso intrapreso dalla candidatura dell’Associazione Marecamp per la città di Catania alla definizione del fitto programma scientifico della Conferenza ECS.

    Una conferenza internazionale sul mondo dei cetacei e sulle sfide per raggiungere uno sviluppo sostenibile delle aree costiere, mitigando gli effetti delle azioni umane sull’ecosistema marino e supportando la conservazione dei mammiferi marini, organizzata per l’appunto da Marecamp, in collaborazione con il DSBGA. L’evento avrà luogo dal 10 al 12 aprile 2024 presso Le Ciminiere di Catania, e sarà preceduto da due giornate di workshop paralleli tematici.

    Anche i meno “addetti ai lavori” potranno presenziare gratuitamente a parte dell’evento, durante una serata video tematica in data 11 aprile presso Le Ciminiere (prenotazione dei posti obbligatoria attraverso questo modulo online).

    La Conferenza gode del patrocinio del Dipartimento della Pesca Mediterranea (Assessorato dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana), del Comune e della Città Metropolitana di Catania, e dell’Università di Catania. Inoltre, una classe del Politecnico del Mare di Catania prenderà parte al servizio di accoglienza presso Le Ciminiere, realizzato assieme ad altri studenti volontari provenienti da diverse università italiane ed estere.

    Ad aprire la presentazione è stato il prof. Giorgio Sabella, vice direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, che ha evidenziato «l’importanza dell’iniziativa dedicata ai cetacei e in particolar modo agli studi e ricerche che vedono l’Università di Catania impegnata da tempo».

    A seguire, il dott. Andrea Guzzardi, Assessore alla Pubblica Istruzione, Edilizia Scolastica, Agricoltura, Mare e Pesca del Comune di Catania ha dichiarato «Siamo onorati come Città e come Amministrazione di ospitare questo evento che consentirà di far scoprire Catania ai numerosi partecipanti. Catania è una città di mare che si apre così a livello europeo sui temi della salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, in particolar modo dei mammiferi marini».

    Su questo tema è intervenuto Dario Garofalo, presidente Associazione Marecamp, che ha sottolineato come «il golfo di Catania rappresenti un habitat prioritario per i cetacei, e riuscire ad approfondire gli studi consentirà di migliorare la coesistenza con le attività umane, ad esempio quelle dei pescatori».

    «Grazie alle attività di ricerca e monitoraggio svolti da Marecamp, possiamo dire che il golfo di Catania ospita regolarmente 6 delle 8 specie di cetacei solitamente presenti in Mediterraneo, ed è frequentato anche da ulteriori specie ritenute rare o occasionali; non solo infatti tursiopi, stenelle, o capodogli, ma anche foche, megattere, pseudorche ed altre specie a rischio di estinzione che fanno del nostro Golfo un hotspot di biodiversità e gli conferiscono un alto valore ecologico. Nel golfo di Catania i cetacei si alimentano, si riproducono, conducono la loro vita in branco e, addirittura, il tursiope utilizza il porto come palestra per istruire i propri cuccioli. L’altra faccia della medaglia dei nostri monitoraggi ci dice però che il golfo è un’area fortemente antropizzata e sovrasfruttata, per cui qui i mammiferi marini sono soggetti a molteplici rischi, dalle catture accidentali negli attrezzi di pesca, alle collisioni con imbarcazioni a causa dell’intenso traffico marittimo, all’inquinamento acustico, chimico e fisico, con in primis i rifiuti di plastica. Ciò ha suggerito il tema cardine della Conferenza che fungerà da lente di ingrandimento sul nostro mare, a supporto di un maggiore sviluppo delle attività di ricerca e di conservazione», ha aggiunto la dott.ssa Clara Monaco, presidente del Comitato Locale Organizzativo e del Comitato Scientifico della XXXV Conferenza ECS, e responsabile scientifico Marecamp.

    La Conferenza ECS gode del supporto di: Chelonia Limited – Wildlife Acoustic Monitoring; ACCOBAMS – Agreement Agreement on the Conservation of Cetaceans of the Black Sea, Mediterranean Sea and contiguous Atlantic area (ACCOBAMS); Communication Technologyco.l.mar.; riviste Sustainability, Marine Science and Engineering, Diversity, e Animals dell’editore Multidisciplinary Digital Publishing Institute (MDPI); Laboratorio di Igiene e degli Alimenti (LIAA) del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Tecnologiche Avanzate “G. F. Ingrassia” dell’Università di Catania; e NetSense.

      

    UFFICIO STAMPA MARECAMP
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    Trasmettiamo di seguito il Comunicato stampa n. 7 del 05/08/2024.

    Interazione tra delfini e altre specie vulnerabili con la pesca
    Pescatori e ricercatori sperimentano soluzioni
     

    Catania, 5 agosto 2024 – È la Sicilia orientale la regione scelta dalla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) della FAO, per implementare gli studi e sperimentazioni sulle flotte di pesca affinché le interazioni con le specie marine vulnerabili vengano ridotte.

    Cetacei, squali, tartarughe e uccelli marini possono essere catturati accidentalmente dagli attrezzi da pesca utilizzati dai pescatori professionali nella ricerca di altre specie bersaglio. Questo può causare il ferimento o la morte di animali non destinati al mercato ittico, determinando al contempo un’importante perdita di biodiversità per l’ecosistema marino. In aggiunta, spesso i delfini si avvicinano ai pescherecci per predare il pesce catturato in ami e reti, provocando ingenti danni sia al pescato che agli attrezzi, nonché rischiando di restare intrappolati a loro volta. Tale fenomeno interessa maggiormente la piccola pesca artigianale, e viene definito “Depredazione”, con ripercussioni sia di tipo ambientale che economico e sociale.

    Da qui, la denominazione del progetto in corso “Depredation-3”, abbreviazione del titolo “Attività di monitoraggio e misure di mitigazione per ridurre la predazione degli attrezzi da pesca artigianale ad opera dei delfini nel Mar Ionio occidentale”. Si tratta del terzo lavoro realizzato dall’Associazione Marecampin Sicilia orientale su tale tematica, la quale negli ultimi anni ha dimostrato di avere delle importanti intuizioni nel campo della conservazione della fauna marina.

    Marecamp ha attivato una rete composta da pescatori artigianali che collaborano con i ricercatori per monitorare la presenza e distribuzione di specie marine a rischio di estinzione, e testare innovativi metodi di pesca e dispositivi accessori utili per ridurre gli eventi di interazione di delfini e altre specie vulnerabili con le attività di prelievo ittico.

    I “Laboratori galleggianti” in questione, rappresentati dai pescherecci, uniti alle imbarcazioni scientifiche dell’Associazione, sono il fulcro del lavoro in campo di una squadra di biologi osservatori che già da 5 mesi raccoglie informazioni sullo sforzo di pesca e i casi di depredazione e by-catch lungo tutta l’area d’azione del progetto, coinvolgendo una ventina di marinerie che vanno da Messina a Portopalo di Capo Passero.

    Tra le specie maggiormente minacciate nell’area vi sono elasmobranchi come Trigoni (Dasyatis pastinaca), Verdesche (Prionace glauca), Squali capopiatto (Cetorhinus maximus), uccelli marini come Berte maggiori (Calonectris diomedea), tartarughe marine come la Comune (Caretta caretta) e la liuto (Dermochelys coriacea), e delfini come il Tursiope (Tursiops truncatus). Le sperimentazioni per ridurre o eliminare il tasso di interazione di questi gruppi vulnerabili con la pesca sono in corso nelle aree costiere del Mar Ionio occidentale, e i loro risultati saranno condivisi nei prossimi mesi in occasione di un Workshop internazionale al quale parteciperanno esperti provenienti da diversi Paesi del Mar Mediterraneo e Mar Nero che lavorano costantemente per i ridurre nel lungo termine i rischi di sopravvivenza delle specie ritenute in pericolo.

    Il progetto è finanziato dalla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo(CGPM) della FAO, e vede come partner l’Accordo sulla Conservazione dei Cetacei del Mar Nero, del Mediterraneo e della zona Atlantica adiacente (ACCOBAMS), per il quale la valutazione e la mitigazione dei conflitti delle attività di pesca con balene, delfini e focene sono di primaria importanza.

    Questo progetto rappresenta un passo cruciale verso la conservazione delle risorse marine. Desidero esprimere la mia sincera gratitudine a tutta la comunità di pescatori e ai colleghi collaboratori (Dario Garofalo, Alessandra Raffa, Helen Accolla, e Pietro di Bari in primis) per il loro impegno e dedizione nel progetto Depredation-3. Tutti i nostri sforzi sono essenziali per la protezione delle specie marine vulnerabili e la promozione di pratiche di pesca sostenibili” dichiara Clara Monaco, coordinatore del progetto.

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    ©Marecamp

     

    >> scarica qui il Comunicato Stampa integrale.

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